Stratificazioni

Percorso di visita storico-divulgativo per la conoscenza delle trasformazioni della Rocca di Lonato e delle sue pertinenze nel tempo.

Il nostro Festival, fin dalla sua prima edizione, ha avuto tra le sue prerogative quella di valorizzare non solo la Rocca ma l’intero complesso monumentale che ne fa da cornice e lo ha sempre fatto con curiosità e passione per quella che riteniamo una splendida location per i nostri spettacoli, ma soprattutto un importantissimo patrimonio storico. Un patrimonio offerto alla collettività dal Senatore Ugo Da Como che, rapito dal suo fascino, ha finito per dedicargli la vita, dapprima acquistando una proprietà immensa e poi restaurando tutto con grandissima passione e facendo di questo luogo la sede delle proprie collezioni storico-artisticolibrarie di inestimabile valore. In tutto ciò è chiaramente leggibile una forte impronta personale, nel restauro come nell’acquisizione e collocazione di reperti e opere: noi veniamo rapiti dalla bellezza del luogo, guardandolo, senza accorgercene, con gli occhi del Senatore. Sono il suo gusto e la sua passione che hanno ridato vita e splendore al complesso monumentale della Rocca, senza i quali probabilmente avremmo sì un monumento, ma ben più decadente e fatiscente.
Il Senatore, prossimo alla morte, ha affidato questo inestimabile patrimonio alla Fondazione Ugo Da Como, che dopo alterne vicende, nell’ultimo decennio ha profuso altrettanta passione e impegno nella conservazione e nella promozione della sua fruizione, facendo conoscere la Rocca e la Casa Museo ben oltre i confini lombardi.
Tutto bello e idilliaco direte voi…. e invece no!
La progettazione e poi la recente costruzione all’interno del cortile della Rocca di un nuovo edificio in vetro, legno e metallo per ospitare eventi e manifestazioni temporanee, in sostituzione di una vecchia tensostruttura con analoghe dimensioni e funzioni, ha scatenato una ridda di polemiche, proteste, lamentele da parte di persone che pretendevano il rispetto di una presunta integrità storica e, forse, ideologica.
Se si sia trattato di schermaglie politiche, piuttosto che di cortocircuito di comunicazione per me non è importante, quello che mi ha colpito è stata la serie di proteste contro un progetto coraggioso che porterà indubbio beneficio non solo a garanzia della sopravvivenza di una delle maggiori istituzione culturali attive nella regione benacense, ma all’intera cittadina di Lonato del Garda.
Questa situazione mi ha colpito, ma mi ha anche fatto riflettere, ed è così che ho pensato che il Festival doveva dare un proprio contributo, mettendo alle spalle le critiche e provando a condividere con tutto il nostro numeroso pubblico non solo la storia della Rocca, ma evidenziando – laddove possibile – la stessa passione e curiosità che spronò Ugo Da Como a salvaguardarla.
"Stratificazioni" mostra i dettagli di una storia qualche volta sconosciuta, o semplicemente ignorata: molti episodi avvenuti nel tempo, che le mura, i reperti e i documenti raccontano.
È così che è nata l’idea di questo percorso “Stratificazioni”, che con una serie di pannelli didattici contenenti riproduzioni di foto o di stampe d’epoca e sintetiche didascalie, vi accompagnerà in una piacevole passeggiata che vi farà scoprire aspetti inediti della Rocca.
Testimonianze del depositarsi delle stratificazioni del tempo e della storia, dove l’uomo gioca un ruolo importante nel modellare il suo habitat in base al gusto e alle esigenze del suo tempo, noncurante di intervenire, anche pesantemente, con demolizioni, ricostruzioni e costruzioni ex novo.
Potremo scoprire ad esempio che le merlature della Rocca sono una reinvenzione di fine Ottocento – primi Novecento, e che alcune sono poi state demolite perché costruite su mura interne, senza alcuna logica storica. Oppure che la facciata della Casa Museo del Podestà in origine era un portico; che il leone posto sopra il ponte levatoio è stato collocato lì da Ugo Da Como, che lo aveva acquistato e incluso tra le sue collezioni; che nei cortili della Rocca si è praticata l’agricoltura, in particolare la coltivazione delle viti e che in alcuni periodi vi crescevano alberi e sterpaglie (poi rimossi durante il periodo più glorioso della Pro Loco di Lonato); che la Rocca e la Casa del Podestà sono state dimore, caserme, abitazioni rurali, stalle e stabili in abbandono; che nel cortile della Rocchetta è esistita una pista da ballo in cemento, che nella torre d’ingresso alla Rocchetta, vennero murati vivi dei cospiratori e così via.
In pratica, nei secoli l’uomo ha vissuto la Rocca adattandola alle sue esigenze, stratificando interventi che ne mutavano l’aspetto e la destinazione d’uso, ma così facendo l’hanno mantenuta viva ed in qualche modo conservata fino ai nostri giorni.
Ecco, questa è la riflessione che vorremmo si facesse quando si pensa ai nostri giorni. Cos’altro fa la Fondazione Ugo Da Como se non far vivere la Rocca in armonia con le esigenze dei nostri tempi? Attenta alla tutela e alla conservazione e impegnata nel non facile compito della promozione e del reperimento delle risorse necessarie per il suo
mantenimento?
Per facilitare la visita della mostra abbiamo pensato a tre visite guidate giornaliere su prenotazione, con le guide dell’Associazione Amici della Fondazione Ugo Da Como, che potranno arricchire i contenuti della mostra con ulteriori informazioni e curiosità, facilitandovi l’osservazione dei particolari descritti nei pannelli, nella realtà della Rocca.
 
Aurelio Rota
Direttore di Lonato in Festival
 
Per informazioni e prenotazioni:
Fondazione Ugo Da Como
Tel. 030.9130060
oppure direttamente all’infopoint del festival aperto nel parco della Rocca, dalle 18 alle 24
 
 
Dove: itinerario con partenza dalla Casa del Podestà
Quando: 2 - 3 - 4 - 5
Orario: 19 - 19.30 - 20