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Antropologo a domicilio
Paolo Apolito, docente di Antropologia Culturale all’Università Roma3, con il suo monologo “Antropologo a domicilio” ci racconta il suo libro “Ritmi di festa. Corpo, danza, socialità”, portando l’antropologia culturale fuori dai contesti accademici.
Con una verve da vero performer cattura il pubblico, trascinandolo nel ritmo del suo racconto, mai banale e scontato, nonostante la teatralizzazione, e allo stesso tempo ricco di contenuti che inducono il pubblico a pensare al proprio vissuto, rileggendo in un’ottica diversa passaggi importanti della propria socialità.
Scrive Apolito nel suo libro: «Gli esseri umani sono animali festivi e l’impulso festivo sta ovunque». «E in sopraggiunta siamo corpi musicali. Ed entriamo in ritmi condivisi, ci catturiamo reciprocamente in entrainment. E avvertiamo sentimenti specifici per questo. E in certi momenti e certe situazioni intensifichiamo la musicalità delle relazioni e i sentimenti e le emozioni correlati»; se si va al nocciolo essenziale, gli elementi costitutivi della festa stanno qui: imitazione, legame, coinvolgimento, musicalità danno forma e sostanza a un impulso di socialità.
Apolito poi, isola e discute la figura del performer: perché la festa vi sia è opportuna, se non necessaria, la funzione di coloro che la attivano; qualcuno che avvii l’entrainment, un animatore che sia in grado di catalizzare la sensibilità altrui; il suo è un movimento musicale, egli sa giocare con l’improvvisazione, con la sorpresa. Il performer produce un’incertezza positiva, «trasforma le persone presenti e vicine in una comunità ritmica».